venerdì 15 maggio 2020

Step #12 L'evoluzione dell'araldo durante il medioevo

Durante l’epoca medievale essere informati era una accezione che andava spropositatamente oltre il significato intrinseco della parola stessa. 
Difatti a quei tempi l’analfabetismo regnava indiscusso sulla gran parte della popolazione mondiale che si affidava, per quanto concerne informazioni di primaria importanza per la vita della città  e delle finanze di ogni cittadino, agli araldi.
Ufficiale di fanteria e araldo nel XVI secolo
Questi erano figure che ricoprivano di fatto il ruolo di semplici esecutori delle decisioni dei potenti, ovvero come ultimo anello della catena amministrativa, sia che essi fossero impiegati dal sovrano sia dai signori locali oppure dai capi della municipalità.
In poche parole, l’araldo rappresenta un vettore fondamentale della parola politica in un mondo in cui lo scritto è riservato a una esigua minoranza, attraverso testi letti sulla pubblica piazza che comandano le “grida” (diffusione dell’informazione) verso tutti quelli che sono ragion ti dalle sue parole.
Col progredire e il consolidarsi delle strutture delle amministrazioni medievali, specialmente nel XIV e XV secolo, le stesse risultano sempre più obbligate a pensare e organizzare la gestione e lo sviluppo degli araldi o dei banditori. Questi ultimi devono conoscere alla perfezione e saper gestire l’applicazione dei regolamenti, nonché le procedure connesse alle “pubblicazioni”, atti che marcano l’ufficializzazione e la promulgazione di un testo, conferendogli la sua effettività. Se un regolamento non è stato correttamente “pubblicato”, vale a dire letto e diffuso ad alta voce dall’araldo, i sudditi possono non tenerne conto. Da qui l’attenzione delle cancellerie affinché i loro ufficiali si assicurino della corretta diffusione delle ordinanze.


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